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Progetti » Progetti Urbani » Masterplan Nichelino - 2010


ATP

 Massimo Clemente, Mario Cicalese,Massimo Liparulo, Antonio Pelella

Coprogettisti:
 Salvatore Abbate,Fabrizia Costa Cimino,Giovanni Rastrelli

Consulenti:
Aspetti geologici, fluviali ed ambientali_ Geol. Rocco Lafratta

Prof. Maria Cerreta
Prof. Pasquale De Toro
Arch. Luca Ganguzza
Arch. Paola Lanni
Arch. Stefania Oppido
Arch.Ferruccio Orioli


Collaboratori:
Dott. Dionigia Barbareschi
Dott.Eduardo Bassolino
Dott. Cesare Cascella
Dott. Gaia Daldanise 
Arch. Alfonso Gallo
Arch.Emma Maglio
Arch.Achille Piroli Torelli
Arch. Antonello Vollono

Responsabile Unico del Procedimento
Arch. Paolo Boni

Dirigente Area Tecnica
Ing. Pier Domenico Sibilla



Torino - Italia
2010

Introduzione metodologica

La città e il territorio costituiscono l’habitat di una comunità e, contemporaneamente, ne conservano e rappresentano la memoria collettiva, la storia e l’identità, il patrimonio culturale consolidato e le aspettative per lo sviluppo futuro.Nichelino è una città di medie dimensioni, elemento significativo del sistema metropolitano con centro in Torino, ricca di “storia” e di “storie”, ben espresse dalla sua struttura territoriale e dalla sua forma urbana.
Nei secoli passati, la “storia” di questa porzione di pianura padana piemontese fu storia di nobiltà sabauda e di laboriosi contadini, arte e agricoltura, cultura e lavoro. La storia nobile e quella contadina sono radicate a Nichelino e trovano una sintesi espressiva nel Complesso di
Stupinigi, nella Palazzina di Caccia, nei Poderi Juvarriani e nel Parco che si estende anche oltre il territorio comunale.
Negli anni sessanta del secolo scorso, le “storie” più diverse raggiunsero Nichelino, storie di lavoratori che da tutta Italia venivano alla ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita.Negli anni del boom economico e della industrializzazione, decine di migliaia di uomini e donne si concentrarono nel polo produttivo torinese, nelle fabbriche e nella “fabbrica” per eccellenza: la FIAT.
A quegli anni risale la crescita demografica, edilizia e urbana di Nichelino, grazie alla sua posizione strategica a sud di Torino, non lontana dal complesso del Lingotto e dal grande stabilimento Mirafiori. Nichelino ha visto crescere la sua popolazione da meno di 7.500 abitanti nel 1951, a circa 15.000 dopo dieci anni e quasi 45.000 nel 1971, per poi sostanzialmente stabilizzarsi. L’urbanistica di quegli anni, in Italia, era fatta di piani di espansione residenziale che produssero quartieri dormitorio senza identità e senza servizi, nonostante gli sforzi legislativi (DI. n. 1444 del 1967) che fissarono per legge i minimi inderogabili di standards urbanistici.
Nichelino è piena espressione del suo tempo, prima satellite e poi periferia abitativa della più grande città industriale del Nord Italia: molte case, poche attrezzature collettive e d’interesse generale, pochissimi spazi pubblici e assenza di luoghi urbani.
Passano gli anni, Nichelino si espande verso Torino diventando tutt’uno con il Capoluogo Piemontese a nord e con Moncalieri a est. L’espansione a Sud è contenuta dalla Tangenziale mentre il Parco di Stupinigi resiste alla crescita verso Orbassano.
I progressivi miglioramenti, le dotazioni infrastrutturali,l’arricchimento di attrezzature collettive, gli interventi di riqualificazione urbana non sono sufficienti a trasformare Nichelino da quartiere dormitorio in centro urbano dotato di una propria identità, non si riesce a creare il cosiddetto “effetto città” nonostante gli sforzi delle amministrazioni che si succedono. Negli anni 2000 Torino è interessata da un innovativo processo di governance del territorio i cui esiti culminano negli interventi per le Olimpiadi Invernali del 2006. La città cambia volto cambiando la sua vita e l’impatto positivo si estende ai territori limitrofi. La prima capitale d’Italia acquista un respiro internazionale e, pur senza snaturarsi nel suo carattere sobrio, si apre al mondo, verso una cultura internazionale e cosmopolita. La pianificazione territoriale e i progetti urbani interpretano il nuovo momento storico dando forma alle idee e Torino cambia, fisicamente e nel modo di vivere, diventa molto più aperta ed ospitale.
La corona metropolitana vive con Torino il momento di grazia e ne riceve i benefici effetti, pur con esiti variegati. 
In questo contesto articolato, il Comune di Nichelino e la Regione Piemonte hanno sentitoil bisogno di mettere a sistema quanto negli ultimi anni è stato fatto in termini di concertazione, pianificazione e programmazione nell’area a sud di Torino.
In particolare, si è deciso di affrontare e risolvere quattroparti cruciali del territorio nichelinese: l’area della ferrovia Torino-Pinerolo di cui si prevede l’interramento, la fabbrica dismessa Viberti, il Parco e la Palazzina di Caccia di Stupinigi, il fiume Sangone con le aree spondali.

 
Masterplan 

Il Master Plan Nichelino 2010 ha il non facile compito di indirizzare il processo di riconversione e riqualificazione, urbana e ambientale, in ambiti di intervento strategici ma irrisolti del territorio comunale. La nostra idea-progetto per il Master Plan è la realizzazione un sistema di relazioni fisiche, funzionali e semantiche attraverso la risoluzione delle barriere naturali e la neutralizzazione delle barriere antropiche esistenti.
Il primo topic che emerge è la ricucitura territoriale da ottenersi attraverso il riordino della viabilità e l’interramento della linea ferroviaria. Il secondo topic è la riconversione dell’ex Viberti, area industriale dismessa, luogo di rilevanza urbana ed extraurbana segnato da un processo di recupero di capannoni in disuso. Il terzo topic è la valorizzazione di Stupinigi e, in particolare, delle aree agricole, delle infrastrutture storiche (poderi, rotte, rete irrigua) e della viabilità circostante la Palazzina di Caccia. La riqualificazione dell’area spondale del Sangone è il quarto topic ambientale che interessa il fiume e la sua riva.
In particolare, i quattro ambiti sono considerati come sub-sistemi di un più ampio sistema territoriale, costituito non solo dal Comune di Nichelino ma anche dai Comuni circostanti tra cui Torino, città capoluogo e polo metropolitano. All’interno degli ambiti, le proposte progettuali si proiettano fino alla scala architettonica, per poter effettivamente incidere sulla conformazione spaziale e sui modi di utilizzo funzionale.
Osservando gli ambiti oggetto del concorso, ci si accorge che essi sono caratterizzati dalla marcata presenza di segni territoriali lineari (antropici e naturali ) come il fiume, la ferrovia, l'autostrada, i quali rappresentano soprattutto delle barriere, delle cesure il cui effetto è di separare in maniera netta i luoghi che attraversano. In tale prospettiva lo stesso Parco Stupinigi si presenta come un “recinto” isolato rispetto al contesto. Di conseguenza, l'insediamento di Nichelino si è sviluppato nelle aree interstiziali, addossandosi a queste tracce del territorio nel modo più casuale possibile, fino ad assumere un carattere disomogeneo e frammentato.
L'obiettivo è quello di voler riscattare la natura degradata dei luoghi, trasformando i suoi punti deboli in punti di forza. Il tema è connesso al progetto come “modificazione dell'esistente” (Secchi, 2000), intesa quale azione sulle aree intermedie, sugli interstizi, sulle connessure tra le parti “dure”, re-interpretando le parti “molli”. I termini di barriera, limite, margine, bordo, punto di confine, soglia, passaggio tra due parti eterogenee, con i quali oggi si identificano, in maniera negativa, queste strutture lineari, devono essere trasformati in ricucitura, riconnessione dei due fronti, linea come elemento strutturante capace di innescare un meccanismo virtuoso di trasformazione dell'intorno.
Il sistema insediativo di Nichelino si presenta disomogeneo e il tessuto urbano appare, a tratti, disgregato. Soprattutto, si rilevano diversi elementi di discontinuità del continuum antropizzato, alcuni sono artificiali ed altri naturali. Sono risorse importanti per il territorio in cui si trovano, seppur in modi diversi. Allo stesso tempo, però, sono veri e propri margini, nel senso Lynchiano del termine (Lynch, 1960), capaci di marginalizzare porzioni residuali di territori urbani e rurali. (de Azùa, 2004) (Segal e Verbakel, 2008).
Il primo elemento di separazione è la linea ferroviaria di cui si prevede l’interramento. A ben vedere, l’operazione del più o meno esteso interramento di per sé non è risolutiva. Infatti, l’interramento potrebbe generare un vuoto, ad andamento lineare, altrettanto “separante” anche se di minor impatto visivo e acustico.
La seconda barriera è costituita dalla rete stradale a scorrimento veloce e dagli svincoli che generano una profonda fascia di disturbo della continuità territoriale, sia fisica sia psicopercettiva.
La barriera stradale cammina in alcuni punti su viadotto, con un impatto ancora maggiore.
 


interramento della ferrovia 


Ambito "Stupinigi"


Ambito "Stupinigi"


La linea come margine di lynchiana memoria(Lynch, 1961) - schema della separazione di porzioni residuali di territori urbani e rurali deve, oggi, assumere le potenzialità della linea come taglio, sequenza, secondo l'intuizione di Ignasi de Solà Morales: “... all'opposto del frammento, che è un concetto di parte, il taglio è un'idea di sequenza, di esperienza, di continuità temporale sulla discontinuità spaziale ... La riduzione sequenziale, tagliata, della forma urbana è un meccanismo di descrizione, ma anche una strategia di progetto ... Lavorare sul taglio significa studiare gli effetti concreti sulla città dovuti al progetto di sistemi infrastrutturali”. (Lotus, 2001).
Il taglio, dunque, si profila come metodologia decisiva del progetto inerente alla sezione longitudinale della città, capace di mostrarci differenti immagini di essa, nonché repentini cambiamenti di paesaggio.



Ambito d'intervento " Ex - Viberti" 


Le barriere individuate non devono essere considerate solo per la loro problematicità ma, parallelamente, per il loro essere risorse fondamentali nel territorio di appartenenza.
La risorsa “ferrovia” può essere valorizzata in un progetto complessivo di miglioramento dell’accessibilità a Nichelino, come linea metropolitana con possibilità di altre stazioni.
Il potenziamento del collegamento su ferro, oltre a connettere meglio Nichelino con Torino, il territorio provinciale e regionale, può alleggerire significativamente il traffico su gomma. La risorsa “strade a scorrimento veloce”, una volta sgravata del traffico proveniente da Torino, può fungere da rete di servizio locale. In questo modo, si diminuisce il traffico sulla rete stradale secondaria urbana e si potranno liberare i tracciati più sensibili, in primis nell’area del Parco di Stupinigi.






   Interramento ferroviario _scavalco_Stupinigi

La terza barriera è costituita dal fiume Sangone che separa Nichelino dal territorio comunale di Torino. Si tratta di una barriera naturale, gradevole e paesaggisticamente importante, ma pur sempre una barriera. Un ulteriore elemento di separazione, paradossalmente, è costituito dalla Palazzina di Stupinigi, dai Poderi Juvarriani e dal circostante Parco storico. Stupinigi non è integrata nel territorio nel quale appare come unisola. Inoltre, al suo interno il complesso è frazionato dalla percorrenza automobilistica che ne pregiudica la fruizione da parte dei cittadini.
Sia il fiume Sangone sia il Complesso di Stupinigi sono risorse molto importanti del territorio ma, al momento, presentano aspetti problematici che il Master Plan deve affrontare e risolvere. Si devono fare emergere le potenzialità di questi due elementi primari del territorio di Nichelino, come meritano, rendendoli fattori di sviluppo sostenibile. 




 

 


La terza risorsa è il “fiume Sangone” per il quale bisogna pensare ad una trasformazione dal ruolo separante a quello unificante, con azioni che siano rispettose degli equilibri ecologici. La sostenibilità, per il Sangone, va declinata privilegiando la dimensione ambientale rispetto a quella sociale e, ancor più, rispetto a quella economica. Ciò nondimeno bisogna prevedere interventi che colleghino fisicamente oltre che simbolicamente le due rive opposte del Sangone. Le risorse che si sono individuate, dopo avere eliminato i fattori negativi e segnatamente le caratterizzazioni di elementi di separazione del territorio, saranno disponibili per essere collocate in un sistema di relazioni spazio-funzionali di livello territoriale.


Ambito di progetto "Fiume Sangone"